Menu
  • Servizi
  • Sezioni
    • Ictus
      • Interviste Etnografiche
    • Afasia post-ictus
      • Reazioni Catastrofiche
      • Interventi
        • Terapia della Afasia
        • Percorsi Educativi per la Famiglia
        • Conversazione Supportata con Persone con Afasia
        • Teatro, creatività e Riabilitazione
    • Afasia Progressiva Primaria
    • Demenza
      • Demenza Fronto-Temporale
        • Assistere una persona con Demenza Frontotemporale
      • Logopedia nella Demenza
      • Igiene Personale
      • Vocalizzazioni Distruttive
      • Disfagia e Demenza
      • Covid19 e Demenza
    • Covid19
      • Info
        • Per Persone colpite da ictus
        • Per Persone con Afasia
        • Per Persone Non Udenti
        • Quali i problemi dei pazienti dopo il Covid19? Parla una collega dagli USA
        • I rischi legati al Covid nella valutazione della disfagia
      • Strumenti
        • Audio informativo sulla situazione Covid-19
        • Info accessibili a persone con Afasia
        • Tabella Comunicativa per Pazienti in Terapia Intensiva
        • Tips per comunicare con Mascherina Chirurgica
        • Targhetta Afasia
        • Targhetta Udito
  • Risorse
    • Manuale del Familiare
      • Ictus: cosa è accaduto?
      • Ictus: fase acuta
      • Ictus: verso la Riabilitazione
      • Ictus: tornare a casa
      • Ictus: una scelta difficile
    • Guide Afasia
    • Corsi
    • Webinar
    • Interviste
    • Podcast
    • Video
  • Articoli
  • Contatti
Menu

Testimonianza dal Fronte

Posted on 8 Febbraio 20228 Febbraio 2022 by wp_114087

[et_pb_section fb_built=”1″ admin_label=”section” _builder_version=”3.22″][et_pb_row admin_label=”row” _builder_version=”3.25″ background_size=”initial” background_position=”top_left” background_repeat=”repeat” custom_margin=”-44px|auto||auto||”][et_pb_column type=”4_4″ _builder_version=”3.25″ custom_padding=”|||” custom_padding__hover=”|||”][et_pb_text admin_label=”Text” _builder_version=”3.27.4″ background_size=”initial” background_position=”top_left” background_repeat=”repeat”]

Una paziente, ricoverata presso un Centro di Riabilitazione per gli esiti di un ictus, ha scritto su mia richiesta una breve testimonianza, promettendo di continuare nei prox giorni…

“Il mostro che ha ghermito. parte del mio cervello ha sferzato il suo attacco improvviso la mattina del 29 aprile quando nella casina mi ero svegliata presto perché volevo essere io a preparare il caffè da bere insieme a  C. nel nostro rito del mattino.

Quel caffè non sono mai riuscita a prepararlo perché il mostro mi aveva ammucchiata sul pavimento in un angolo della cucina, da cui credo mi abbia raccolto attirato dal rumore fatto cadendo. Di quel momento non ho ricordo, mi sono svegliata in un lettino di ospedale del centro ictus, perché questo  è il nome del mostro che mi ha aggredito: “ictus”.La conseguenza è la totale mancanza di controllo della parte destra del mio corpo. Ironia della sorte è che quello che fino all’età scolare era un difetto adesso si sta rivelando una “chance”: il fatto di essere mancina non mi ha fatto perdere la parola, riesco a esprimermi in maniera chiara.

Il primo sentimento che ho provato era la rabbia che ancora adesso mi accompagna in ogni momento della giornata quando non riesco a fare cose che prima facevo in automatico e che ora devo imparare come una bambina appena nata.

Con l’aiuto della logopedista ho dovuto reimparare a respirare, deglutire, bere senza soffocarmi, ma anche a sorridere e a usare la lingua per fare le boccacce o schioccarla per chiamare il gatto e mandare un bacio. Tutto questo è argomento di esercizi quotidiani da ripetere all’infinito, pena il rischio di morire soffocata anche solo da un sorso d’acqua.

Poi c’è il recupero funzionale del braccio e della gamba. Attualmente sono ricoverata in un Istituto specializzato per il recupero funzionale, dove i fisioterapisti ogni giorno si prendono cura delle persone come me per metterle in grado di riprendere il controllo del proprio corpo nella sua interezza.

Mi hanno anche spiegato che il disturbo di cui soffro, che se non ricordo male si chiama “Aprassia”, è dovuto al fatto che il cervello non riesce a mandare i giusti impulsi ai muscoli per farli muovere, ma mi hanno spiegato che una buona fisioterapia agisce positivamente anche sul cervello.

In questa struttura la vita è regolata da regole rituali fissi che permettono a tutto il sistema di funzionare”.

 

[/et_pb_text][/et_pb_column][/et_pb_row][/et_pb_section]

Share this...
Share on Facebook
Facebook
Share on LinkedIn
Linkedin
Tweet about this on Twitter
Twitter
Email this to someone
email
Print this page
Print
'

Lascia un commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Prossimo Evento

Seguici

Disclaimer:
Questo sito include notizie pubblicate da tutto il mondo. Cerchi di Cura non supporta necessariamente, le opinioni dei media citati. Inoltre, le informazioni contenute in questo sito non devono essere usate per automedicazione e in nessun caso si sostituiscono al parere di un professionista. I gestori del sito non si assumono responsabilità per danni di qualsiasi natura, che l’utente, attingendo le informazioni da questo sito, potrebbe causare a se stesso a o terzi, derivanti da uso improprio delle informazioni riportate in questo sito, o da imprecisioni relativi al loro contenuto, o da qualsiasi azione che l’utente del sito possa intraprendere autonomamente e disgiuntamente dalle indicazioni del proprio medico curante o professionista sanitario.

Privacy Policy
Cookie Policy
Privacy Policy
Cookie Policy
© Cerchi di Cura - Tutti i diritti riservati. Nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta o trasmessa senza autorizzazione degli editori.