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Questo documento vuole essere solo un’occasione per introdurre i diversi aspetti legati al disturbo disfagico, e orientare verso più accurati approfondimenti. Le informazioni di tipo sanitario contenute in queste pagine non possono in alcun modo intendersi come riferite al singolo e sostitutive dell’atto medico. Le procedure descritte devono essere applicate solo da personale esperto. I contenuti di queste pagine raccolgono le indicazioni della letteratura e sono stati soggetti a verifica ma sono sempre possibili errori e/o omissioni.
Il problema della Disfagia (difficoltà o impossibilità di ingerire alimenti e liquidi) e della conseguente malnutrizione della persona con demenza è noto ma non quanto forse meriterebbe.
La malnutrizione è alla base di una catena di complicanze (piaghe da decubito, infezioni, fratture, ospedalizzazioni) che possono determinare un aumentato rischio di mortalità nell’anziano fragile. Da più di dieci anni sappiamo, grazie a studi condotti a livello europeo, che il 44% degli anziani istituzionalizzati presenta una qualche forma di disfagia (disturbo di deglutizione) per i solidi o per i liquidi. Ma non è così scontato che il problema emerga nella consapevolezza di chi si prende cura della persona e spesso neanche nella persona stessa, e questo è certamente un peccato dal momento che si tratta di una di quelle situazioni per le quali è possibile adottare diversi tipi di accorgimenti che consentono alla persona di continuare ad alimentarsi per via orale in regime di sicurezza, senza il rischio di incorrere in una polmonite ab-ingestis.
Poichè spesso la disfagia è un effetto secondario di patologie neurologiche frequenti nell’anziano, quali i traumi cerebro-vascolari, le demenze e le malattie neuromotorie, che di per se potrebbero compromettere la capacità della persona di comunicare il proprio disagio o esserne consapevole, diventa fondamentale l’osservazione del comportamento della persona durante l’ingestione di cibo solido e liquido, cosi’ da identificare eventuali segni di disfagia.
Nel caso di una persona con demenza inoltre, bisogna ricordare che nella disfagia entrano in gioco due componenti: una è la perdita delle funzioni cognitive con conseguente incapacità di nutrizione autonoma con conseguente deperimento; l’altra consiste nell’aprassia della deglutizione ovvero alla perdita dello schema motorio che conduce alla corretta successione dei movimenti volontari correlati alle fasi orale e faringea.
Demenza e Nutrizione
Se consideriamo la demenza da un punto di vista nutrizionale si possono identificare diversi momenti che caratterizzano le difficolta’ di alimentare questi pazienti. La fase iniziale della malattia, la cui durata può essere stimata intorno ai 3 anni, e’ caratterizzata soprattutto da perdita di peso conseguente all’aumento del dispendio energetico (irrequietezza, vagabondaggio) non adeguatamente soddisfatto per le difficoltà pratiche alla gestione quotidiana dell’alimentazione. Queste problematiche sono particolarmente comuni nella demenza fronto-temporale rispetto alla malattia di Alzheimer. Rispetto alle fasi piu’ avanzate della malattia, un recente studio prospettico ha posto l’accento sulla necessita’ della precoce identificazione della disfagia per la conseguente malnutrizione acuta e di un tempestivo trattamento enterale. Infatti i pazienti deceduti per infezioni respiratorie, espressione della complicanza clinica della disfagia, erano quelli che avevano sperimentato la maggiore riduzione del proprio Body Mass Index.
Il personale sanitario preposto alla gestione di queste problematiche è rappresentato dal medico foniatra e dalla figura del logopedista, che sono in grado di suggerire all’anziano e alla famiglia le strategie da adottare per evitare i rischi connessi alla presenza di disfagia.
I segni della Disfagia
- fluttuazione dei livelli di vigilanza
- perdita di cibo o liquidi dalla bocca
- perdita di saliva costante
- masticazione faticosa
- tosse o sensazione di soffocamento con saliva, cibo, liquidi
- voce gorgogliante dopo l’assunzione di liquidi o solidi
- sensazione di cibo “in gola”
- tempi di alimentazione esageratamente lunghi
- perdita di peso senza altra spiegazione
- febbre senza altra causa
- infezioni polmonari
Gli Accorgimenti
La letteratura fornisce ampie raccomandazioni per identificare gli interventi assistenziali più adeguati per mantenere una adeguata nutrizione orale e idratazione al paziente con patologia neurologica, quali spesso sono gli anziani
Prima di alimentare
- Identificare le persone a rischio
- Tenere presente che l’igiene orale può stimolare la salivazione e il gusto
- Assicurare un ambiente tranquillo senza distrazioni
- Assicurarsi che la persona sia vigile e collaborante e in grado di comunicare le proprie difficoltà di deglutizione
- Mettere seduto il paziente con posizione eretta del tronco, testa e collo allineati, testa lievemente flessa e mento basso
- Se la testa è instabile usare supporti
- L’uso di alimenti forti per gusto e freddi può migliorare la deglutizione
- Ove indicato dal professionista usare acqua gelificata e alimenti semisolidi e omogenei
Interventi per ridurre il rischio di aspirazione
- Assistere la persona durante i pasti posizionandosi davanti
- Evitare di far parlare la persona quando mangia
- Lasciare il tempo necessario per alimentarsi
- Incoraggiare il paziente a tossire delicatamente dopo ogni deglutizione
- Se la persona si affatica rapidamente aumentare fino a sei volte i pasti giornalieri e ridurre il volume dei bocconi
- Assicurarsi sempre che il cibo non si sia raccolto in bocca
- Assicurarsi che la persona sia vigile
- Considerare gli effetti di farmaci quali i tranquillanti, gli antiepilettici, i neurolettici
- Se la persona e’ impulsiva e vorace raccomandarle di mangiare lentamente e piccoli bocconi; presentare una piccola quantita’ di cibo per volta; usare tazze o bicchieri con piccoli fori perche’ si alimenti lentamente
Alimenti da evitare
- Cibi troppo caldi o liquidi
- Cibi che si sciolgono in bocca
- Cibi di consistenza diversa (minestra con riso/pastina)
- Cibi che si sbriciolano
- Riso, legumi, verdura filacciosa
- Cibi che richiedono una lunga masticazione