Da oggi sono in ferie per una settimana. Nel periodo festivo ho lavorato e di quei giorni conservo alcuni ricordi, mescolati: le due signore cui non ho permesso di guastare un cibo solido neanche a Natale, non ritenendolo opportuno per la loro salute, certo, ma comunque privandole della piccola novità in un periodo difficile, la piccola signora sarda 89enne che di Genova per 50 anni ha visto solo “la casa dove abitavo e il mercato dove compravo da mangiare” e i suoi lucciconi nel parlare del figlio perso a 15 giorni, cui sono seguiti altri 8 che ha tirato su da sola perchè vedova a 42 anni, e dai quali ha poi imparato a leggere, lei che ti parla ancora del “celere” e che ha un guizzo negli occhi che io forse non ho mai avuto e poi il tipo che mi ha descritto le abluzioni ricevute da uno stuolo di infermiere spagnole, in un centro specializzato per l’ictus in quel di Barcellona, 4 angeli che versavano acqua dalle brocche sul suo corpo nudo insaponandolo e profumandolo così da dargli la sensazione di essere giunto direttamente in paradiso per poi precipitare nel giro di qualche giorno nella realtà di un un ospedale nostrano le cui scene mi ha raccontanto in modo altrettettanto vivido ma decisamente più ctonio. E Giulia, che non ho fatto in tempo a salutare
E, qualche giorno prima, la passeggiata per Roma con due nuovi amici, con cui mi ha legato l’afasia – per ragioni diverse – ma che ho sentito vicini come pochi – e ora sto partendo con il libro di Andrea e ne parlerò al ritorno perchè certe cose devono sedimentare.
Come deve attecchire dentro di me il dispiacere di avere negato quei ravioli, in virtù di un senso di protezione per l’Altro che poi mi chiedo “protezione da chi, da cosa?”
E perché?
In queste ultime settimane ho perso tanti pazienti, e ogni volta è una piccola botta, ti senti piena delle loro storie – una per una, delle conversazioni con i loro familiari, delle risorse che hai investito su di loro – per proteggerli, spingerli, sostenerli. E se prima, anni fa, ripercorrevo ogni momento del mio agire per capire cosa altro avrei potuto fare di più per aiutarli, oggi mi limito a ripensare a ciascuno di loro con un senso di inspiegabile intimità.
Li ho incrociati tutti in un momento difficile, li ho conosciuti pochissimo e non li dimenticherò.
Tessere e disfare, immergersi e risalire
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Grazie, Alessandra! Non ci siamo mai incontrate, ma il tuo sito, da quando l’ho trovato, mi ha aiutato molto a far conoscere agli altri e a me stessa le mie difficoltà. A presto, Pia
Alessandra Bentornata!
Alessandra Bentornata!