Lo stereotipo è un semplificatore della complessità, faticosa da gestire.
Lo stereotipo, in ultima analisi, schematizza e cristallizza una realtà in movimento rifiutandosi, nel contempo, di cogliere l’evoluzione, la variabilità…
Penso ad esempio:
-al concetto di sindromi afasiche: ora si sa che i disturbi della persona evolvono, l’Afasia è una condizione dinamica e del resto lo stesso concetto di sindromi è ora in crisi. La variabilità di cui adesso si parla potrebbe rivelare solo le differenti e piu’ sfaccettate prospettive di un approccio sociale multifattoriale che tiene nel giusto conto non solo i dati fisiologici ma anche quelli contestuali (dunque variabili) che condizionano la resa finale a livello comunicativo
-alla scotomizzazione degli aspetti piu’ importanti e caratteristici della afasia e cioe’ gli aspetti psicosociali; lo psichiatra Joseph Jaffe ci ricorda come la afasia rappresenti la quintessenza delle condizioni crudeli, poiche’ gli esseri umani possono adattarsi ad ogni situazione, se possono comunicare con qualcuno rispetto alla loro storia, se possono raccontarsi. L’afasia interferisce proprio con l’unico strumento che ne potrebbe ridurre la drammaticità; il carattere neutro con cui viene presentata l’afasia nei vari manuali non sembra avere nulla a che fare con la realtà; è sempre scioccante incontrare una persona con afasia cronica, afasica magari da uno o due anni, che non ha mai ricevuto alcuna informazione sulla propria condizione e non ha avuto occasione di conoscere altre persone con afasia. Come se avesse vissuto su un’isola deserta, deafferentata dal mondo, trasmette le stesse sensazioni di coloro che si sono persi o sono stati abbandonati…sembra non avere piu’ identità d è convinta di soffrire di una qualche malattia rara e stranissima, probabilmente sconosciuta. Una volta esposta alla conoscenza di altre persone e coinvolta in una relazione terapeutica, comincerà a mobilitare nuovamente le sue risorse e a sfruttare l’aiuto professionale, tentando di rimpossessarsi della propria personalità
-alla semplicità degli strumenti formativi a disposizione delle figure professionali che mille volte si troveranno ad affrontare la fatidica domanda del paziente e del parente “tornerà a parlare come prima?” e non possiedono gli strumenti per rispondere