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Speriamo che sia femmina (e in effetti lo è)

Posted on 1 Ottobre 2012 by wp_114087

Leggiucchiavo sul web un articolo sulla “Femminilizzazione della Medicina” che snocciola una serie di dati emersi da un Convegno (le dottoresse rappresentano il 32 per cento dei medici del Servizio Sanitario Nazionale  le studentesse terminano il percorso di studio nei termini previsti , le matricole sono per il 60 per cento di sesso femminile, e su 10 laureati 8 sono donne. Ma soprattutto, la percentuale di iscritte agli Ordini, sotto i 30 anni di età, arriva al 70 per cento). Secondo le previsioni del British Medical Journal, tra quindici anni il Servizio sanitario nazionale italiano avrà una maggioranza femminile.  Operando nell’ambito della Logopedia mi viene da sorridere perchè la Logopedia, almeno in questo secolo e in questo paese (ma pare lo stesso altrove), è femmina diggià. Da sempre. Certo i soliti discorsi sulla propensione femminile alla Relazione d’aiuto, alla comunicazione e bla bla bla…una marea di stereotipi che non mi fanno piu’ tanto sorridere. Ma se affrontiamo il discorso in modo serio ci sarebbe da riflettere rispetto al tema del Gender come fattore di rilievo nella interazione terapeutica. Il genere potrebbe determinare risposte diverse nei pazienti, dal punto di vista della reattività? E gli stili comunicativi sono davvero cosi’ differenti? Si dice che i clinici, in quanto maschi, interrompono di più, sono piu’ diretti, cambiano argomento quando vogliono loro ma il turno lo passano con maggiore formalità, usano meno il cosiddetto “small talk” e le risposte minimali. Mentre noi donne, in quanto donne, siamo meno dominanti nella conversazione, ascoltiamo di piu’, usiamo l’apertura, chiediamo dettagli personali, siamo meno assertive. Insomma saremmo “predisposte” all’accudimento anche in ambito conversazionale. Ora, io non lo so se siamo nate cosi’ o se piuttosto cosi’ ci hanno disegnato (costruzionismo sociale). So che quando entro in un’ Aula per un corso di approfondimento su un tema logopedico, come ho fatto la settimana scorsa a Fossano, mi trovo davanti una platea di donne. Interessate, attente e disponibili a mettersi in discussione. Se ci hanno disegnate cosi’, è proprio un bel disegno. Bravi.
Pero’ poco assertive no, non sono d’accordo.
 

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