Mi imbatto in questo servizio delle Iene, video non rintracciabile. Come sempre diffido delle sparate di questo programma ma conosco la banalità del male. Non sono così ingenua, so bene che ci sono operatori, colleghe et al. che fingono di lavorare con qualcuno seduto di fronte che tanto, non può parlare per chiedere più attenzione, per dire: “ci sono anche io! Che facciamo? Perchè stai al cellulare? Smetti di giocare al solitario! Non dovremmo fare qualcosa? Che cosa sta succedendo? Perchè sono qui di fronte a te? Cosa non capisco?”
E poi dopo 45′, la porta si riapre e il paziente viene restituito al mondo. Offeso, vilipeso dall’indifferenza. Nessuno lo saprà mai.
L’Inferno esiste, e sono queste persone