Testi Podcast
Serie “Educati alla Cura“
NON CI MUOVIAMO TANTO PER FARLO
di Giuliana Caccavale
Poiché movimento vuol dire soprattutto interazione con l’ambiente che ci circonda, quando il movimento è limitato o quando è addirittura assente, il paziente sperimenta una situazione di deprivazione, nella misura in cui il suo sistema nervoso si trova appunto deprivato di informazioni che sono cruciali per la sua possibilità di interagire con l’ambiente in maniera adeguata.
E allora, quando aiutiamo il paziente nell’esecuzione di un’attività motoria sarà importante farlo cercando il suo coinvolgimento attivo, in misura ovviamente proporzionata alle sue possibilità, così da facilitare la sua interazione attiva con l’ambiente in cui si trova e in cui ricomincia a muoversi. Coinvolgimento attivo che sarà possibile o più facile ottenere quando gli obiettivi del movimento saranno chiari, significativi e interessanti per il paziente. Non dimentichiamo che coinvolgimento e motivazione sono due aspetti fondamentali nel percorso di recupero e di riapprendimento, la cui presenza o assenza condizionerà quindi positivamente o negativamente le possibilità di miglioramento del paziente.
Abbiamo parlato di obiettivi, il che significa che è sempre molto importante contestualizzare le attività motorie che proponiamo al paziente, che saranno appunto finalizzate al raggiungimento di obiettivi importanti e significativi per lui, perché questo aspetto introduce una “dimensione sociale” a quello che stiamo condividendo con il paziente, proponendo al paziente o aiutando il paziente a fare.
Anche se natura e qualità della performance motoria sono senz’altro aspetti importanti, non dobbiamo considerare il movimento in se stesso come l’obiettivo finale: l’obiettivo è la possibilità/capacità della persona di entrare in relazione con l’ambiente che lo circonda.
Sappiamo che la motivazione è un fattore chiave che gioca un ruolo fondamentale nel percorso riabilitativo, e il recupero del movimento funzionale e non compensatorio è altamente motivante per il paziente. Ma allora: quando un movimento è definito funzionale? Quali sono le caratteristiche del movimento funzionale?
Sono stati identificati 5 aspetti correlati con la possibilità/abilità del paziente neurologico di muoversi in maniera funzionale:
- Motorio – ha a che fare la capacità di compiere attività finalizzate
- Sensoriale – capacità del Sistema Nervoso di portare attenzione selettiva a stimoli rilevanti
- Cognitivo – ha a che fare con la motivazione, il giudizio, la pianificazione e il problem
solving - Percettivo – percezione spaziale e visiva
- Biomeccanico – ha a che fare con aspetti del controllo sia biomeccanico che nervoso