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Emozioni e Memoria

 Testi Podcast
Serie “Educati alla Cura“

 EMOZIONI E MEMORIA

 di Giuliana Caccavale

In questo podcast impareremo che emozioni e cognizione lavorano in sinergia.

Il tema delle emozioni è senza dubbio uno dei più vasti e studiati nel campo delle neuroscienze e delle scienze umane. Le emozioni sono infatti alla base dei nostri comportamenti e ci accompagnano per tutta la vita, facendo da sfondo a tutte le nostre esperienze, comprese quelle che hanno a che fare con i processi di apprendimento e di memoria. E questo è l’aspetto che a noi più interessa, avendo a che fare con persone colpite da una lesione al sistema nervoso centrale che stanno intraprendendo un percorso di recupero, quindi un percorso di apprendimento e ri-apprendimento di competenze compromesse dalla lesione. E allora, per tornare alle emozioni, possiamo considerarle un fenomeno per così dire antico, qualcosa che ci accompagna e ci appartiene, connotando da subito le nostre interazioni col mondo, in salute e in malattia. E proprio per quanto riguarda la nostra salute, quando si prendono in considerazione tutte le forze che la influenzano, il ruolo delle emozioni è, dal punto di vista formativo, il più potente di tutti. E’ l’elemento che guida le nostre azioni, il nostro atteggiamento, le nostre tensioni, la nostra alimentazione e molte delle nostre reazioni alle esperienze della vita.

Malgrado questo, per molto tempo il modello biomedico tradizionale – e purtroppo ancora oggi molto spesso lo sperimentiamo – ha visto la persona/paziente come un organismo esclusivamente biologico, dove i pensieri, le emozioni e i significati del corpo non hanno avuto alcun posto, al contrario sono stati considerati non solo del tutto irrilevanti ma addirittura elementi di disturbo, degli intralci all’interno del percorso di cura. Si è dunque scientemente ignorata la centralità della qualità della relazione tra colui che cura e colui che viene curato all’interno del processo di guarigione. La relazione svolge invece un ruolo cruciale all’interno del percorso terapeutico, costituendo già di per sé una discriminante, un elemento cioè in grado di fare la differenza in riferimento alla buona riuscita del processo di cura. Sono molti gli studi che hanno ampiamente dimostrato l’importanza delle emozioni e degli affetti, non soltanto in qualunque processo di cura, ma anche all’interno dei processi di apprendimento e ri-apprendimento, dunque anche quando questi processi hanno a che fare con la ri-acquisizione di competenze compromesse da una lesione del sistema nervoso centrale. Ormai infatti sappiamo che il processo di recupero è in realtà un processo di ri-apprendimento.

Parlare di centralità della relazione significa inevitabilmente riferirsi al mondo emozionale e, quindi, alle capacità di empatia e di ascolto di colui che presta le sue cure. Il ruolo cruciale giocato dalle emozioni ha a che fare con l’influenza da esse esercitata in tutti i processi motivazionali, i processi di memoria e di apprendimento.

Conosciamo l’importanza del contesto all’interno del quale avviene apprendimento, perché la possibilità di immagazzinare nuove informazioni è direttamente proporzionale al capacità di quel contesto di suscitare motivazione e emozioni. Ma quando invece il contesto non esercita alcun richiamo emozionale, il grado di coinvolgimento e di motivazione non saranno sufficienti a innescare processi di apprendimento.

A questo punto sappiamo quindi della forte componente di attivazione emotivo-cognitiva che sta alla base dei processi di apprendimento e di memoria: in altre parole, ogni volta che c’è apprendimento, insieme ai meccanismi che hanno a che fare con la memoria e con l’attenzione, insomma processi di tipo cognitivo, se ne producono altri che invece hanno a che fare con il nostro mondo emozionale. Ciò significa che tutte le volte che il nostro cervello impara qualcosa, quell’apprendimento si intreccia intimamente con l’emozione che lo ha accompagnato.

Emerge allora con forza l’intima connessione esistente tra emozioni e memoria, perché la forza dei nostri ricordi, cioè a dire la possibilità di ricordare e quindi mettere in pratica un apprendimento, è direttamente proporzionale al grado di attivazione emozionale che ha accompagnato quell’apprendimento.

Ecco perché dobbiamo essere consapevoli dell’importanza della qualità della relazione terapeutica, visto che un contesto di cura ricco e stimolante, emozionalmente coinvolgente e rassicurante, contribuisce alla possibilità di stimolare una risposta coerente, di stimolare insomma l’innesco di processi di apprendimento che, in riferimento al recupero di abilità compromesse da una lesione del sistema nervoso centrale, coincide con la creazione di nuove sinapsi. Si tratta insomma di modifiche anatomiche, possibili grazie alle caratteristiche plastiche del cervello, che coincidono con l’acquisizione di nuove competenze, ossia con l’obiettivo del percorso riabilitativo.

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